Controllo funghi, la Regione dice si ai privati
«Soddisfazione per un provvedimento che, accogliendo proposte e sollecitazioni provenienti proprio da Modena consente anche ai micologi privati di controllare e certificare la commestibilità dei funghi spontanei». La esprime Mario Galli, vice presidente della Provincia di Modena con delega alla Salute e alla sicurezza delle persone, in seguito all’approvazione, nei giorni scorsi, da parte dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna della legge che, modificando le norme vigenti in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi spontanei equipara i certificatori privati iscritti nel registro nazionale o regionale a quelli pubblici, dando anche a loro la possibilità di attestare la commestibilità dei funghi che vengono venduti o serviti nei ristoranti. «Il provvedimento – sottolinea il vice presidente Galli – risponde finalmente alla necessità di un servizio capillare su tutto il territorio della montagna modenese, impossibile da soddisfare con i soli tecnici dell’AUSL, permettendo un minore dispendio di risorse pubbliche e garantendo nello stesso tempo la sicurezza alimentare sia ai raccoglitori che ai consumatori».
«Soddisfazione per un provvedimento che, accogliendo proposte e sollecitazioni provenienti proprio da Modena consente anche ai micologi privati di controllare e certificare la commestibilità dei funghi spontanei». La esprime Mario Galli, vice presidente della Provincia di Modena con delega alla Salute e alla sicurezza delle persone, in seguito all’approvazione, nei giorni scorsi, da parte dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna della legge che, modificando le norme vigenti in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi spontanei equipara i certificatori privati iscritti nel registro nazionale o regionale a quelli pubblici, dando anche a loro la possibilità di attestare la commestibilità dei funghi che vengono venduti o serviti nei ristoranti. «Il provvedimento – sottolinea il vice presidente Galli – risponde finalmente alla necessità di un servizio capillare su tutto il territorio della montagna modenese, impossibile da soddisfare con i soli tecnici dell’AUSL, permettendo un minore dispendio di risorse pubbliche e garantendo nello stesso tempo la sicurezza alimentare sia ai raccoglitori che ai consumatori».